Se avete in mente un viaggio in Marocco
(…) e se il Marocco fosse un libro, un meraviglioso manoscritto conservato in una di quelle belle case di Fes o Marrakech, un racconto sussurrato dal vento della storia, un libro da leggere e rileggere, un’opera inesauribile, capace di fondere semplicità e grandezza d’animo, di passare dal racconto fantastico e crudele alla tonalità picaresca che modella un immaginario sorprendente, di mischiare i generi fino a stordire il lettore, il visitatore, il viaggiatore attento?
Sarebbe un libro in grado di raccontare la condizione umana, le passioni dei colori e dei sapori, il radicamento nella terra e nella memoria come supremo richiamo ai valori dell’umanesimo, la volontà di vivere nonostante le difficoltà restando a testa alta, dignitosi e fieri.
Un libro che contiene altri libri, una narrazione nutrita di storie infinite, un’avventura in cui scorre tranquillo il fiume della vita che fa emergere una forte tendenza alla spiritualitá e al controllo dei sentimenti, ossia al rifiuto del fanatismo. Un libro della parola data e rispettata.
Chiunque ha letto questo libro sa di averne conosciuto solo una minima parte, perché questo paese non si concede mai del tutto, non si dá, quasi fosse tormentato dall’inquietudine o avesse una debolezza da farsi perdonare. No il Marocco apre le sue porte, offre le chiavi, alimenta la curiositá, so fa forte del suo altruismo ma non si mette mai a nudo.
È un fatto di pudore e tradizione, di riconoscenza e fede nell’uomo, fede e celebrazione degli antenati. Saper essere presente pur restando leggero, sottile e luminoso.
Da MAROCCO, ROMANZO di TAHAR BEN JELLOUN