È la musica la vera guida di New York!
Autore: La Stampa viaggi
Un invisibile intreccio di note si propaga in ogni latitudine e vicolo
Se si sganciasse anche solo per un momento l’attenzione dalla routine quotidiana o, per chi vi si reca per la prima volta, dall’incanto del viaggio, ci si accorgerebbe che la musica percorre, come un sottilissimo filo rosso, l’intera città. Le sue fibre sono costituite da una miriade di stili differenti; dall’hip hop e il dubstep pulsante nei treni della subway lanciati verso il Bronx, al jazz che riecheggia negli angoli dell’East Village, dal grande blues che prende vita in piccolissimi e nascosti club di Harlem, alla musica classica, nelle corde del suonatore di arpa in un angolo di Union Square.
È affascinante come questa metropoli, pur costituendo un gigantesco melting pot di culture, economie e verità, non stia mai in silenzio e respiri con un ritmo caleidoscopico e continuo, quasi a formare un unico grande cuore pulsante di emozioni ed immagini che si rincorrono l’un l’altra come nella pellicola di un film, amalgamando i differenti strati del tessuto sociale newyorkese.
Un invisibile intreccio di note si propaga in ogni latitudine e vicolo della Grande Mela, accompagnando sotto braccio l’uomo d’affari verso il suo ufficio al mattino, tenendo sveglio il dipendente del diner fino alla fermata di casa a fine turno, incorniciando i pensieri del turista durante il suo viaggio, coprendo come un mantello invisibile le spalle dell’homeless di Central Park. Ed è così che ognuno, a prescindere dal proprio minuscolo angolo occupato in questa città e dal fatto che sia qui da sempre, da mesi o da poche ore, viene inconsapevolmente avvolto da questo filo rosso, divenendo parte integrante di una colonna sonora multiforme, e dunque in ogni istante, cangiante ed unica al mondo.